Leader (Laison entre actions de dèveloppement de l'economie rurale ovvero Collegamento fra azioni di sviluppo dell'economia rurale) promuove lo sviluppo endogeno e sostenibile delle aree rurali.
Si basa sul cosiddetto approccio “bottom-up” e pone al centro dell’attenzione i GAL (Gruppi di Azione Locale costituiti da un partenariato pubblico - privato ) che hanno il compito di elaborare e realizzare a livello locale una strategia di sviluppo pilota, innovativa, multisettoriale e integrata ( il PSL Piano di Sviluppo Locale).
AI GRUPPI DI AZIONE LOCALI (GAL) partecipano soggetti pubblici e privati, rappresentativi delle diverse realtà socio-economiche del territorio.
I principali compiti del partenariato sono l’individuazione degli obiettivi e delle linee di attività da realizzare con le strategie locali.
Per l’attuazione e gestione delle strategie locali, i partenariati dei GAL generalmente assumono una forma giuridica (es. società consortili, s.r.l., fondazioni, ecc.) e si dotano di una struttura operativa composta da uno staff tecnico che realizzi tutte le attività necessarie per l’attuazione dei Piani di sviluppo locale (diffusione di informazioni sulle azioni programmate; elaborazione e pubblicazione dei bandi per selezionare i beneficiari dei PSL; accompagnamento ai beneficiari; monitoraggio delle attività realizzate, ecc.).
Chi si occupa di politiche di sviluppo non può non conoscere LEADER. Leader ha rappresentato, sin dal suo lancio, un approccio realmente nuovo, introducendo forti cambiamenti, ed effetti dirompenti sull'organizzazione degli interventi per lo sviluppo locale. L'approccio dal basso, la gestione pubblico-privata attraverso un organismo chiamato GAL, il decentramento amministrativo (con il passaggio di funzioni, quali la progettazione e l'attuazione, demandate a soggetti a forte prossimità territoriale), la progettazione intersettoriale, che presuppone una visione di sviluppo del territorio nel suo complesso, in tutte le sue componenti economiche, comprese le valenze sociali e ambientali, tenendo conto delle vocazioni. Senza tralasciare altre due caratteristiche distintive, la Rete e la cooperazione, strumenti capaci di rompere l'isolamento delle aree rurali, spingendole al confronto, allo scambio di informazioni, metodi e soluzioni, il passaggio di innovazione. L'approccio Leader è stato un punto di riferimento per il sistema delle politiche di sviluppo, mutuato anche al di fuori del contesto europeo. Nel tempo Leader ha prodotto diverse e complesse esperienze di sviluppo locale, come riportato dai diversi articoli presenti all'interno di questo numero del Magazine.
Nel primo periodo della sua attuazione Leader ha operato come Programma di Iniziativa Comunitaria, con finanziamenti e regole ad hoc per poi essere integrato come approccio nella programmazione ordinaria dello sviluppo rurale nel periodo di programmazione 2007-13. Nel corso del tempo diversi sono stati i cambiamenti che Leader ha subito nelle sue modalità operative, senza però mai mettere in discussione le caratteristiche sostanziali del metodo. Come avviene nel passaggio tra un periodo di programmazione e l'altro, Leader è oggetto di un radicale ripensamento anche nella programmazione che si apre.
Nel periodo di programmazione 2014-20 le potenzialità dell'approccio sono moltiplicate, l'approccio CLLD (Community-Led Local Development) viene proposto dal regolamento generale sui fondi strutturali e di investimento europei e sostenuto nell'ambito di ciascuno dei fondi, FESR, FSE e FEAMP mantenendo le stesse caratteristiche dell'approccio LEADER nel FEASR. Potenzialità di un approccio nuovo che non sempre mostra riscontri a livello operativo. In altre parole viene introdotto un grande cambiamento nel quadro regolamentare delle politiche anche se le scelte operative non sempre colgono appieno le potenzialità dell'approccio di sviluppo locale partecipato. La novità assoluta contenuta nel regolamento è innegabile, e questo costituisce un altro punto saldo nel processo di riconoscimento dell'approccio.
Le prime scelte regionali in ambito FEASR dimostrano un rinnovato e più ampio ruolo dell'approccio Leader e dei Gruppi locali che possono essere chiamati ad intervenire sulla Strategia nazionale per le aree interne, a trovare complementarità con altre politiche, prioritariamente con la Politica per la Pesca (FEAMP). Questo processo di "allargamento" viene descritto ampiamente negli articoli di questo numero.
La partita per l'approccio LEADER/CLLD è tutta da giocare e, parte della sfida, è nelle mani dei GAL, chiamati a mostrare la qualità del loro compito di animatore locale e di promotore di sviluppo territoriale ma anche chiamati a dimostrare qualità gestionali e di progettazione dello sviluppo, attento e vicino ai bisogni del territorio. Anche le singole regioni hanno di fronte una responsabilità, potendo intervenire nella scelta di gruppi locali competenti e di Piani di Sviluppo di grande qualità. A beneficio dello sviluppo dei territori.
Per approfondimenti sul metodo LEADER potete di seguito scaricare la rivista della Rete Rurale Nazionale del mese di Maggio 2015 dal titolo "Leader e sviluppo del territorio rurale" e visitare il sito web della Rete Rurale Europea cliccando qui
La metodologia Leader propone un’impostazione in materia di sviluppo rurale basata su alcuni principi:
partnership locale nota come
“gruppo di azione locale”
(GAL).
in opera di un “piano
di sviluppo locale” (PSL).
istematica di collegamenti
tra le azioni nel quadro
di una strategia globale
integrata.
piani d’azione ad opera della
Commissione europea, degli
Stati membri e/o delle Regioni
mediante l’erogazione di una
dotazione finanziaria globale.
dei fondi strutturali e sostenuto da FESR, FSE e FEAMP